The Museum of Wonders |
Scritto da Luna Saracino | |
Tuesday 25 January 2011 | |
Genere Horror, grottesco In breve Freaks si mescolano a bellezze statuarie in un film scomodo e magnetico, dove l'apparenza fa meno paura dell'essenza...
Genere Horror, grottesco Regia Domiziano Cristopharo
Recensione
Nato dalla mente geniale e poliedrica di Domiziano Cristopharo, regista e creativo del panorama indipendente romano e italiano, The Museum of Wonders è un film magnetico, inquietante e scomodo, proprio come il suo autore, tanto apprezzato (e pluripremiato) all'estero, ma ancora, forse, troppo poco apprezzato dal pubblico italiano. Perché Cristopharo è un regista sincero e libero da ogni convenzione, lontano dagli stereotipi del consumismo e sicuramente senza peli sulla lingua o timori di espressione. I suoi film sono violenti, estremi, colti, tanto nelle immagini quanto, forse anche più, nei contenuti. Le sue storie, i suoi racconti sono finestre (e a volte portoni!) spalancate sulla società contemporanea, ormai sempre più simile ad una tragedia greca. Complesso o bistrattato che sia, Domiziano Cristopharo può comunque contare sui suoi attori feticcio, che quasi ogni anni decidono di prendere parte ai suoi insoliti progetti, sperimentandosi in ruoli singolari e talvolta spaventosi: attori come Maria Rosaria Omaggio, Venantino Venantini, Maria Grazia Cucinotta, Giampiero Ingrassia e Francesco Venditti, che del "museo delle meraviglie" sono le bizzarre attrazioni. Già con House of flesh mannequins il giovane regista romano ha rappresentato con estrema lucidità e crudeltà l'esposizione dei corpi della nostra società: con The Museum of Wonders, la cui sceneggiatura è stata curata da Elio Mancuso, Domiziano racconta la paura della diversità e di ciò che non conosciamo, mostrando il corpo umano assolutamente spoglio dalle sue convenzioni, un corpo deforme, ma anche perfetto, a indicare che spesso la cattiveria è insita lì dove non si palesa. Grazie a citazioni e rimandi aulici a film del passato come Freaks di Tod Browning e Il cuoco, il ladro, sua moglie e l'amante di Peter Greenway, The Museum of Wonders riesce a raccontare la realtà con un occhio attento ma cinico, intenso ma disincantato, immergendo lo spettatore in un sogno/incubo ad occhi aperti, dal quale, forse, sarà difficile risvegliarsi. (Luna Saracino)
CONVERSAZIONE CON DOMIZIANO CRISTOPHARO
House of Flesh Mannequins e The Museum of Wonders sembrano legati da un filo conduttore all'apparenza impercettibile: Museum sembra quasi il sequel naturale di House, recuperando il concetto di corpo mutilato/corpo straziato. Come in Cronenberg, dunque, c'è una speciale attenzione all'esposizione dei corpi. È evidente, anche nei tuoi lavori, che ciò non è riconducibile ad un puro e semplice feticismo, bensì a qualcosa di più profondo.
Ad Aprile, invece, girerai un altro film, Hyde's Secret Nightmare, che sarà una sorta di versione erotica del romanzo cult di Stevenson. Il film promuove apertamente l'utilizzo del preservativo: l'allitterazione Hyde's/Aids è voluta oppure frutto di un caso fortuito?
In Hyde's ci sarà anche una grande sorpresa: il ritorno sulle scene di Rocco Siffredi, che dal 2004 ormai aveva deciso di non prender più parte a nessun film che non fosse prodotto da lui. Com'è nato questo connubio e come hai conosciuto Rocco Siffredi?
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