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Arrietty |
Scritto da Martina Calcabrini | |
Saturday 15 October 2011 | |
► Arrietty è un piccolo gioiello, puro, vero, raro.
RecensioneAd un prodotto basta portare la firma del maestro Hayao Miyazaki, per essere un successo assicurato. Dopo Ponyo sulla scogliera e Porco Rosso, il regista giapponese ha deciso di affidare la regia di Arrietty al collega Hiroshima Yonebayashi, stimato animatore dello Studio Ghibli, che si siede in cabina di regia per la prima volta. Kagurashi no Arrietty, ispirato a The Borrowers, la famosa serie di romanzi di Mary Norton, racconta la storia dell’adolescente Arrietty, una “prendi-in-prestito” di appena 10 centimetri che vive nell’intercapedine di una casa di campagna insieme ai suoi genitori. La sua famiglia, da sempre, vive "prendendo in prestito" dagli umani piccoli oggetti di poco valore utili alla loro sopravvivenza. Affascinata dalla natura e dalle sue creature, la ragazzina si avventura spesso nel giardino per prendere fiori e foglie profumate. Durante una di queste escursioni, però, Arrietty viene notata da Sho, un bambino malato di cuore che si trasferisce nella casa insieme alle zie. Quando i suoi genitori si accorgono che la bambina ha stretto amicizia con l'umano, sono costretti a cambiare abitazione per non essere scoperti. Mentre preparano i bagagli, però, la mamma di Arrietty viene catturata dalla domestica e chiusa in un barattolo di vetro come se fosse un trofeo. La bambina, allora, aiutata da Sho, riuscirà a liberare la sua mamma e a dare all’insolito amico la speranza per una vita diversa (che, benché se ne parli male, vale sempre la pena di essere vissuta). Inutile dire che il tocco di Miyazaki si vede (e si sente) fotogramma dopo fotogramma. Sarebbe riduttivo, però, parlare di Arrietty solo in questi termini. La presenza di Yonebayashi, infatti, non va sottovalutata, bensì, elogiata. Il regista sceglie il punto di vista della bambina per guardare il mondo: lo spettatore, così, si ritrova a meravigliarsi della bellezza delle cose, ad essere curioso di scoprire cosa si cela dietro la quotidianità di ogni gesto, e a (ri)scoprire le gioie della vita. Il pubblico, infatti, ha come l'impressione di percepire il profumo dei fiori freschi, di avere il vento tra i capelli, di sentire l'umidità della rugiada tra le dita. E solo quando, a fine proiezione, scopre di avere la faccia bagnata di lacrime (di commozione), si rende conto di aver assistito ad un piccolo gioiello, puro, vero, raro. (Martina Calcabrini)
Trailer:
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