NeroSuBianco: Peter Cushing & Christopher Lee |
Scritto da A. Sciamanna, D. Silipo | |
Tuesday 11 January 2011 | |
NeroSuBianco: un libro, una storia. Franco Pezzini e Angelica Tintori, autori del saggio Peter & Chirs - I Dioscuri della notte, ripercorrono assieme a noi la carriera di due vere e proprie leggende del cinema horror (e non solo): Peter Cushing e Christopher Lee.
Il Libro
In Peter & Chris. I Dioscuri della notte, la già collaudauta coppia di saggisti Franco Pezzini e Angelica Tintori (The Dark Screen. Il mito di Dracula sul grande e piccolo schermo, Gargoyle 2008) passa in rassegna, con magistrale talento affabulatorio, accuratezza argomentativa e ricchezza documentale (interviste, testimonianze inedite, ricerche d'archivio), l'intera filmografia condivisa di Peter Cushing e Christhopher Lee. Poche coppie professionali dello schermo hanno influito tanto profondamente sull'immaginario collettivo quanto la loro. Nel corso delle rispettive lunghe carriere - iniziata e conclusa prima per il più anziano Cushing (che muore nel 1994), ancor oggi fittissima di apparizioni per Lee - i due attori si sono cimentati nei ruoli più svariati: ma la consacrazione a icone internazionali è avvenuta, com'è noto, sul terreno dell'horror. A partire dai primi, ormai leggendari film in coppia per la casa di produzione inglese Hammer - The Curse of Frankenstein, 1957 e Dracula, 1958, dove interpretano rispettivamente il Barone e la Creatura, Van Helsing e Dracula - e via via di pellicola in pellicola, Cushing e Lee hanno saputo intessere un rapporto non solo professionale ma personale e di amicizia sempre più profondo. Biografismo, anedottica, storia e critica sociale, antropologia, semiotica fanno da costante contrappunto all'analisi pulsante e puntuale di film che hanno fatto la storia del cinema horror. Tale multidisciplinareità metolodologica, non esente da arguti guizzi d'ironia, rende particolarmente godibile la lettura di un volume che, travalicando i confini della saggistica tradizionale, offre uno scorcio coinvolgente su una delle più affascinanti epopee della storia del cinema e sui relativi rapporti che essa ha assunto con la società circostante.
GLI AUTORI Franco Pezzini (Torino, 1962), laureato in Diritto Canonico con la tesi Esorcismo e magia nel Diritto della Chiesa, è studioso dei rapporti tra letteratura, cinema e antropologia, con particolare attenzione agli aspetti mitico-religiosi. Tra i fondatori della rivista "L'Opera al Rosso", collabora a "L'Indice dei libri del mese", a "LN - Libri Nuovi" e al sito Carmillaonline (letteratura, immaginario e cultura d'opposizione). Ha pubblicato i saggi "Cercando Carmilla. La leggenda della donna vampira" (Ananke, 2000), e – insieme ad Arianna Conti – "Le vampire. Crimini e misfatti delle succhiasangue da Carmilla a Van Helsing" (Castelvecchi, 2005). Angelica Tintori (Milano, 1967), laureata al D.A.M.S. di Bologna dopo anni di frequentazione della Facoltà di Filosofia all'Università Cattolica di Milano. Lavora con il Museo Teatrale alla Scala nel 1995, ideando e curando la mostra "L'incantevole artificio - Il melodramma nel cinema". Dal 1997 al 2004 è soggettista e sceneggiatore di Legs Weaver e Nathan Never per la Sergio Bonelli Editore. Pubblica il suo primo libro nel 2000 con la PuntoZero di Bologna: "Michael Crichton - Medici, dinosauri & Co.", mentre l'ultimo è "C.S.I. Crime Scene Investigation" per la collana I Telenauti (Delos Books) che ha anche curato. Scrive su varie testate, ultima delle quali "Fiction Tv"; collabora con alcune università e festival letterari.
Intervista a Franco Pezzini e Angelica Tintoria cura di Alessandra Sciamanna e Daniele 'Danno' Silipo
Peter Cushing e Christopher Lee: caratteri e stili diversi che incontrandosi riescono a dare il meglio. Che tipo di persone erano?
I tandem di attori sono una grande tradizione del cinema mondiale, voi stessi sul libro ricordate Gingers Roger e Fred Astaire, Stanlio e Ollio, Franchi e Ingrassia. Che tipo di coppia d’attori era quella formata da “Peter & Chris”? AT: Sotto ogni punto di vista un "Match Made in Heaven" ovvero l'incontro perfetto. Fisicamente, prima di tutto: Lee molto alto e con i lineamenti più duri; Cushing di statura normale e più dolce nei tratti. Caratterialmente: Chris ombroso, Peter solare, ma ambedue riservati. Inizialmente era Cushing l'attore più rinomato, se non altro perché anagraficamente più maturo; poi, nel corso del tempo, le parti si sono invertite in maniera naturale, senza che fra i due si verificasse mai un problema.
Il Tandem nasce e si sviluppa in casa Hammer. Anche qui si può parlare di un rapporto a due: cosa ha dato la Hammer a Peter & Chris, e cosa Peter & Chris hanno dato alla Hammer?
FP: Mi limito ad alcuni dei titoli comuni, a partire ovviamente dagli Hammer. The Curse of Frankenstein (La maschera di Frankenstein), 1957, spalanca ai due le porte all’horror; Dracula (Dracula il vampiro), 1958, li vede alla prima prova da antagonisti, con lo spilungone Lee che diventa improvvisamente il sogno erotico per milioni di spettatrici; e questa coppia di film segna l’avvio di cicli paralleli dove in genere ricomparirà uno solo dei due attori. In seguito The Mummy (La mummia), 1959 e The Gorgon (Lo sguardo che uccide), 1964, portano a compiuta maturazione il sistema teratologico della casa, entro un panorama dove gli abiti vittoriani incontrano idealmente le minigonne della Swinging London. Ma a quel punto si innestano le prime esperienze con la Amicus: attraverso il richiamo a un Fantastico totalmente diverso - il baraccone dei mostri e delle meraviglie già espressionista, e poi rifiorito in America - si ridefinisce anche il sistema di ruoli affidati ai due attori. Pensiamo a Dr. Terror's House of Horrors (Le cinque chiavi del terrore) e The Skull (Il teschio maledetto), entrambi del 1965.
AT: Il mystery, la fantascienza, l'avventura, persino la commedia (nera, ovviamente). Ai confini del gotico, c'è il bellissimo Il mastino dei Baskerville (1959), La mummia (1959) si presenta anche come un film d'avventura, soprattutto nella prima parte. La fantascienza è mal rappresentata da pellicole come La notte del grande caldo (noto anche come Demoni di fuoco del 1967), assai ingenua e datata. Separatamente Cushing e Lee hanno poi partecipato alla saga di Guerre stellari. Inoltre, si sono cimentati nella sci-fi televisiva, comparendo in serie di grande successo, come Agente speciale e Spazio 1999. Infine, La casa delle ombre lunghe (1983) è una commedia nera davvero molto chic, che ha il merito - fra l'altro - di riunire ai nostri due dioscuri anche Vincent Price e John Carradine.
FP: I due hanno continuato a recitare moltissimo anche singolarmente. Cushing, più anziano, e inizialmente più corteggiato dai produttori, passa un po’ in secondo piano rispetto a Lee - che ha avuto maggiori esperienze internazionali, e ha cercato di aprirsi spazi in ambiti più vari. Eppure, nonostante i giudizi spesso trancianti sulla Hammer del periodo e la risposta minore del pubblico verso il gotico di un po’ tutte le case produttrici, la stagione è visionariamente feconda. Solo per citare qualche titolo, pensiamo al pirotecnico dittico pop di Alan Gibson sul ritorno di Dracula in una Londra contemporanea, Dracula A.D. 1972 (1972: Dracula colpisce ancora) e The Satanic Rites of Dracula (I satanici riti di Dracula), rispettivamente 1972 e 1974; agli esiti felici di Horror Express, 1972, ruspante miscela di orrore e fantascienza, e del bellissimo The Creeping Flesh (Il terrore viene dalla pioggia), 1973; al criticato ma in realtà interessante Nothing But the Night (Il cervello dei morti viventi), 1972. Poi, nel decennio successivo che conosce una sostanziale eclissi del gotico, c’è la malinconica fantasia House of the Long Shadows (La casa delle ombre lunghe), 1983 che, come già detto, riunisce per la prima e ultima volta con Cushing e Lee anche Vincent Price e John Carradine. È l’ultimo film del Tandem, che però si ritroverà ancora in occasioni diverse: come nel documentario Flesh and Blood: The Hammer Heritage of Horror, qualche mese prima della morte di Cushing nell’agosto ’94.
AT: Conoscevo bene alcuni titoli, meno altri. Devo dire che rivedere The Hound of the Baskerville, che ricordavo piuttosto bene, è stato sorprendente. Trascorsi cinquant'anni dalla sua realizzazione e nonostante una trama nota, il film mi ha nuovamente catturato. Con il suo ritmo, la sua carica visionaria e una certa modernità nel trattare i ruoli femminili. Per tacere del fatto che costituisce una delle rare occasioni nelle quali Lee interpreta un personaggio positivo. FP: Per quel che mi riguarda, e a costo di sembrare banale, direi Dracula. Sia per motivi oggettivi, visto che è il primo film in cui Cushing & Lee ottengono un pari spazio simbolico, nell’ambito di una dinamica scatenata, e perfezionano un’opposizione “polare” di enorme potenza simbolica. Sia per motivi personalissimi, perché prima di vederlo ne avevo già letto nelle pagine filmografiche del saggio pionieristico di McNally e Florescu su Dracula - dove si descriveva la grande scena finale, e non vedevo l’ora di assistervi. All’epoca non era così facile, per un ragazzo, rintracciare una pellicola… Che insomma ha avuto un posto importante nella mia formazione al Fantastico. Il che non significa, ripeto, che abbia senso appiattire carriere tanto ricche e articolate su alcuni, singoli ruoli… come ancora accade, appunto, all’esasperato Lee con il conte transilvano.
Com’è stato lavorare a un volume così ricco e imponente come I dioscuri della notte? FP: Anche qui potrei sembrare banale. Certo, si è cercato di costruire un saggio scientificamente rigoroso, il racconto dell’intrecciarsi di due vite, della storia del cinema che ne è stata coinvolta e della mitologia derivatane. Ma, a livello personalissimo, ho vissuto questo volume soprattutto come tributo a due protagonisti dei miei sogni. Il che è impegnativo - coi nostri sogni siamo giustamente esigenti... - ma reca grande soddisfazione. E ringrazio Paolo De Crescenzo e la Gargoyle che hanno offerto tale possibilità. AT: Rilassante, oserei dire. Soprattutto se penso al tour de force di The Dark Screen... Si è trattato, per me, anche di una scoperta: conoscevo le maschere degli attori Cushing e Lee, mentre non sapevo nulla delle persone, ed è stato davvero un grande piacere conoscerli, seppure per via indiretta, attraverso i loro scritti soprattutto. Il nostro tandem è ormai rodato e finisce che, anche quando non siamo d'accordo, le nostre diverse opinioni riescono a integrarsi nel testo.
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