Bizzarro Cinema

Il Film

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Recensione:

I Robin Hood delle highlands

Per molto tempo, prima che nel 2005 uscisse il dvd inglese, Restless natives (1985) di Michael Hoffman (Il club degli imperatori) è stato una delle perle più rare del recente cinema britannico (per la precisione scozzese) e la videocassetta fuori catalogo su e-bay si aggirava attorno ai 150 dollari. Oggi, a distanza di oltre vent’anni dalla sua uscita, questa curiosa commedia d’azione ambientata tra le highlands conserva ancora il fascino di un tempo.

Due ragazzi, uno travestito da clown e l’altro da lupo mannaro, si aggirano tra le stradine delle vallate scozzesi come veri fuorilegge rubando soldi e gioielli nei pullman per turisti. Ma non sono cattivi né molto preparati. Le loro armi sono giocattoli modificati. Tuttavia, in breve tempo diventano i banditi più ricercati di Scozia, ma anche i più amati: rubano ai ricchi e donano qualcosa anche ai poveri. Grazie a loro il turismo aumenta del quindici per cento, diventando così più importanti del mostro di Loch Ness, o meglio ancora delle vere e proprie leggende.

Restles natives in patria è ormai un vero cult, merito anche del rock melodico di Stuart Adamson, arrangiato dai Big Country (band scozzese che negli anni Ottanta con gli U2 e i Simple Minds era tra le più popolari del Regno Unito), che accompagna le immagini suggestive dei paesaggi scozzesi alternate ai colori freddi degli edifici della città. Ma di quale città si tratti resta un mistero: il luogo in questione è infatti il risultato di un miscuglio tra Edimburgo e Glasgow. (Giacomo Ioannisci)

Clip

Scheda del film a cura di: Giacomo Ioannisci