Bizzarro Cinema

Il Film

---

 

Recensione:

Nel mondo di Bubby

Bubby, trentacinquenne, non ha mai varcato la soglia dello scantinato di casa sua, prigioniero di una madre bigotta ai limiti del fanatismo e pure incestuosa. Sarà il ritorno a casa del padre dopo decenni a innescare la catena di eventi che lo porteranno alla libertà e alla scoperta del mondo. Soffocata l'opprimente genitrice con un cuscino, Bubby lascia la casa e iniziano per lui i più disparati incontri: due ragazze bisognose d'affetto che lo utilizzano come oggetto sessuale, una scalcinatissima rockband che vedrà in lui il frontman ideale, uno scienziato che tenta di convincerlo dell'inesistenza di Dio. Il ragazzo troverà la sua strada e con essa pure l'amore, nella forma di un'infermiera dolce e sovrappeso che tanto gli ricorda sua madre.

Un anno prima di Forrest Gump, l'australiano Rolf de Heer con Bad Boy Bubby mette in scena la storia di un 'idiota' di successo, capace di emergere quasi inconsapevolmente in un mondo forse più insensato di lui. Ma a differenza del noto film di Zemeckis, non c'è spazio per richiami buonisti ai sani valori della società civile né tantomeno a un malcelato patriottismo: il regista utilizza il suo atipico eroe per mettere alla berlina quei 'valori' che a suo parere bloccano il normale sviluppo degli esseri umani, la religione su tutti. Con un umorismo sardonico e sanamente anti-bigotto, de Heer non risparmia davvero nessuno e tocca punte di sgradevolezza mai gratuita, ma che induce a profonde riflessioni. Il tutto favorito dall'eccelsa interpretazione del protagonista Nicholas Hope, misconosciuto attore australiano nel film della sua vita. Crudo, vagamente malsano e non privo di riferimenti 'alti' (l'incipit è chiaramente ispirato al 'Mito della Caverna' di Platone, e l'intero plot risente dell'influenza del 'Candide' voltairiano): imprescindibile per gli amanti del Bizzarro e di quel cinema che fa dell'iconoclastia la sua bandiera. (Luca Romanelli)

 

 

 

Trailer

 

Edizioni home video disponibili

 

 

Scheda del film a cura di: Luca Romanelli