Bizzarro Cinema

Il Film

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Recensione:

This is Spinal Tap. E tutto il resto è noia.

1982: alla vigilia di un tour negli States che dovrebbe accompagnare il lancio dell'ultima fatica in studio Smell the Glove, l'heavy metal band degli Spinal Tap viene contattata dal filmaker Marti DiBergi, intenzionato a seguire il tour e a svelare i meccanismi interni, umani e professionali, di quella che si è autodefinita la "rock band più rumorosa del mondo". Da quell’incontro nasce il neologismo mockumentary - coniato dallo stesso Rob Reiner - e viene posta un'indiscutibile pietra miliare della comicità su celluloide.

Sarà pure una pellicola di culto, This is Spinal Tap, nobilitata da decenni di amore sotterraneo da parte di legioni di fan, forte di un’aura magica che solo quello specifico, contraddittorio status concede, ma meriterebbe di essere molto, molto di più. Pioniere di un genere (appunto il mockumentary) che nell'ultimo lustro è ufficialmente entrato a fare parte delle categorie filmiche convenzionali e di maggior successo, ancora oggi il seminale falso documentario di Rob Reiner - per l'occasione infilatosi nei panni dell'inesistente filmaker Marti DiBergi - continua a stare una manciata di spanne avanti (per brillantezza, ritmo, genialità ed equilibrio) ai divertenti ma dopotutto faciloni epigoni stile Sacha Baron Coen. All’epoca, ha vissuto a lungo sul voluto equivoco che lo vedeva essere un “vero” documentario rock: in questo senso è celebre l'episodio in cui, dopo la prima assoluta della pellicola, in molti contattarono il regista per complimentarsi, aggiungendo però che forse avrebbe fatto meglio a scegliere una band più famosa per il proprio documentario. Una di quelle pellicole - e qui torniamo su un'altra delle imprescindibili caratteristiche di cui solo i cult possono fare sfoggio - i cui dialoghi sono in grado di diventare un'unica, lunghissima citazione, tante e tanto valide sono le soluzioni comiche di una sceneggiatura ufficialmente scritta a quattro mani dal regista e dai tre protagonisti Michael McKean (David St. Hubbins), Christopher Guest (Nigel Tufnel) e Harry Shearer (Derek Small), ma frutto in realtà di una continua improvvisazione su un canovaccio molto generico.

This is Spinal Tap è un'ininterrotta e travolgente parodia di quella così poco autoironica trinità “Sesso, Droga e Rock'n'Roll”, che in quel decennio avrebbe trovato la sua esplosione più mediatica e mitologica, affogata in un clima serioso e surreale. Il film di Reiner ha saputo centrare in pieno il target più puramente comico e ha saputo colpire nel vivo gli stessi rappresentati di quel mondo che si era ripromesso di satireggiare, che fossero Ozzy Osbourne o i Whitesnake, Jimmy Page o i Venom. Come in molti hanno dimostrato - e quel selettivo calderone di pop culture che è The Simpsons lo dimostra - This is Spinal Tap è entrato a far parte di quella speciale categoria cinematografica che, ben lungi dall'accontentarsi di una dignitosa e rispettosa catalogazione storiografica, continua imperterrita a far sentire la propria eco a decenni di distanza: provate a guardare cosa sono riusciti a combinare alla classica scheda di valutazione in stelle del solitamente rigoroso IMDB, e forse inizierete a farvene un'idea. (Andrea Avvenengo)

 

 

Trailer

 

 

Scheda del film a cura di: Andrea Avvenengo