Bizzarro Cinema

Il Film

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Recensione:

Natale in casa Hess (David)

Cinque giovani studentesse trascorrono le vacanze di Natale da sole, in un college per ragazze; segretamente attendono la visita di alcuni amici. Poco tempo addietro, in questo stesso luogo, è morta una ragazza per disgrazia; un uomo mascherato da Babbo Natale è in cerca di vendetta.

Uscito lo stesso anno del più famoso Venerdì 13 di Sean S. Cunningham, questo To all a good night, a prima vista sembrerebbe l’ennesimo slasher-movie, in realtà ha molti punti a suo favore che lo rendono interessante e meritevole d’attenzione. Per cominciare, è l’unico film diretto da David Hess, nome che a molti non dirà nulla, ma che tanti altri ricorderanno essere il mitico Krug Stillo de L’ultima casa a Sinistra. Hess è una vera e propria icona della serie B, e oltre ad essere attore è anche musicista/compositore. Lo abbiamo visto interpretare violentatori sadici come nessuno mai, in film quali La casa sperduta nel parco di Ruggero Deodato o Autostop rosso sangue di Pasquale Festa Campanile. Chi già lo conosce non faticherà molto a ritrovare la sua aura in To all a good night, palpabile soprattutto nello spirito malsano che ammanta la seconda parte del film, quando esplode la follia del protagonista. Si tratta di un’opera piuttosto violenta, con buone dosi di gore e brutali omicidi, adatto ai palati più sanguinari e caratterizzata da un’estetica che farà molto felici gli amanti del cinema anni 80.

Ma perché To all a good night non è il solito slasher? Prima di tutto perché, come già detto, è uscito lo stesso anno di Venerdì 13 e non può essere considerato (come molte pellicole successive, che si limitavano a ripetere la formula del film di Cunningham) una spudorata imitazione di quest’ultimo. Inoltre, rispetto ad altri slasher americani, sembra esserci una tendenza più vicina allo stile del giallo italiano: non a caso David Hess ha lavorato molto, e fin da subito, in Italia (dopo L’ultima casa a sinistra ha girato lo spaghetti western Massacro a Condor Pass). Ultimo dettaglio importante è la sceneggiatura del film, che porta la firma di Alex Rebar, altro “personaggio” del cinema exploitation che, tra le altre cose, ha collaborato allo script di Chi sei? (Ovidio G. Assonitis e Robert Barrett, 1974) ed è stato protagonista de L’uomo di cera (William Sachs, 1977). In definitiva, un film tutt’altro che trascurabile, in cui lo spirito di Krug Stillo aleggia in diversi momenti. (Gerard Fernández "Ordel")

Versione spagnola / Spanish version

 

 

 

Scheda del film a cura di: Gerard Fernández "Ordel"